Ieri ho ricevuto il numero di Altroconsumo e leggendo questo articolo ho scoperto che a fronte di una concentrazione* media annuale di 5 microgrammi per metro cubo di benzene, i distributori di Milano hanno una media di 66 e quelli di Roma addirittura di 283 ovvero quasi il quadruplo.
(* Tollerata per legge)
Giusto per non negarsi niente, a Roma un distributore offre una concentrazione di benzene pari ad 800 microgrammi (il peggior distributore milanese si ferma, per così dire, a soli 215.)
Dato che l’articolo è disponibile solo per i Soci di Altroconsumo, pubblico solo un breve riassunto, ma in ogni caso, per completezza di informazioni, leggi anche il parere in merito di Maurizio Caprino.
I distributori di benzina emettono sostanze chimiche pericolose per la nostra salute. Detto in parole povere, mentre facciamo benzina respiriamo “veleni” dai nomi impronunciabili come mtbe, toluene, xilene o benzene.
Per capire se i dispositivi per il recupero vapori ci sono, siamo stati in 150 stazioni di servizio tra Roma e Milano. In 20 abbiamo fatto benzina alla pompa di servizio self service: un’operazione durata più o meno un minuto e mezzo, in cui abbiamo raccolto (con uno speciale dispositivo) l’aria respirata.
Non si tratta di eccesso di zelo: gli effetti sulla nostra salute del benzene, uno degli idrocarburi rilasciati dalla benzina, sono molto preoccupanti.
Si parte da nausea, vertigini, irritazione della pelle e delle mucose (tra gli effetti immediati) fino a pesanti conseguenze nel lungo termine.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha infatti classificato il benzene come cancerogeno per l’uomo.
Certo, gli effetti sulla salute dipendono molto dalla sensibilità del soggetto, dal livello e dal tipo di esposizione, ma il fatto che non sia possibile fissare un livello limite di sicurezza (così come per tutte le sostanze ritenute cancerogene) deve far riflettere sulla sua pericolosità.
Nonostante le pompe montino tutte il sistema di recupero, i valori che abbiamo riscontrato sono molto differenti.
A Roma la media delle emissioni è risultata molto superiore rispetto a quella di Milano, ma tra una stazione e l’altra – anche nella stessa città – i valori cambiano notevolmente. Servono, dunque, più controlli. E anche maggiore tutela per chi – nelle stazioni di servizio – ci lavora.
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